Il sale non è mai un ingrediente molto presente nelle diete ipocaloriche, e questo lo sapevamo.
Alcuni recenti studi pubblicati sul Journal of Clinical Investigation, però, hanno fatto emergere che alti livelli di sodio nel sangue portano ad avere un maggiore senso di fame. E non è tutto qui. Se fino ad oggi abbiamo sempre creduto che mangiare salato facesse venir sete, queste ricerche mediche dimostrano che, invece, una maggiore dose di sodio nella dieta quotidiana, su una lunga durata di tempo, porta perfino a bere meno.
A sostenere la tesi c’è un esperimento: Jen Titze, una delle autrici della ricerca, ha variato l’alimentazione di alcuni cosmonauti russi (“perché nello spazio i regimi nutrizionali tendono a essere molto precisi“, spiega l’esperta) diminuendo la dose di sale da 12 grammi a 6 grammi giornalieri. Il risultato ha visto i soggetti in questione mostrare maggiore appetito e meno sete, suggerendo che i loro corpi stessero immagazzinando e conservando acqua.
Quest’esperimento è stato replicato su un campione di topi in laboratorio: anche in quel caso, i topi a cui è stato somministrato più sale hanno mangiato di più e bevuto di meno. Insomma, le diete ad alto contenuto di sale condizionano il metabolismo e pertanto, come già si sapeva, possono portare a malattie cardiache, diabete, trombosi e variazioni della pressione sanguigna.
Jen Titze afferma che “se al bar ci troviamo di fronte solo noccioline molto salate, di certo consumeremo più drink durante la serata. Ma se facessimo quell’aperitivo tutti i giorni per mesi, alla fine ci ritroveremmo a bere molto meno e invece a mangiare più noccioline, proprio perché il nostro corpo avrà immagazzinato molta acqua“.
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